Conciliazione

Quando abbiamo deciso di fare unschooling, le reazioni di amici e parenti sono state le più varie, ma indubbiamente la più comune è stata la preoccupazione mista a un po’ di “terrore” in particolare da parte delle madri, sul fatto che io non potessi più lavorare, avere il mio tempo, vivere insomma. Niente di più lontano dalla realtà dell’unschooling: non avere rigidi orari imposti dalle istituzioni, non avere né scadenze né date, offre la possibilità di gestire il proprio tempo in modo libero, creativo. Indubbiamente purtroppo non tutti i lavori possono adattarsi all’unschooling, ma organizzandomi con il mio compagno riesco a portare avanti molti dei miei progetti. E’ vero che questa nostra scelta è una scelta esistenziale, un radicale cambiamento di molti aspetti del quotidiano: credo che la realizzazione della persona non si concretizzi solo nel lavoro fuori casa né nel concentrarsi esclusivamente sui figli. Fare unschooling non significa né l’una né l’altra cosa, ma è una ricerca costante nel cercare di migliorarsi e di imparare con i propri bambini, di relazionarsi alla pari con il proprio compagno, al di là degli stereotipi di genere ancora incredibilmente radicatissimi (e vedere entrambi i genitori impegnarsi in casa  è un importante messaggio per i figli che vale più di mille parole), di sapere rinunciare a molte cose superflue ed anche dimenticarle solo per qualche tempo, per approfondirle in futuro. Significa anche smettere di considerare l’infanzia come un mondo a parte, lontano dagli adulti, segregato in luoghi adatti, che nulla hanno a che vedere con la vita quotidiana: i bambini collaborano in casa, aiutano a fare la spesa, imparano a curare le loro cose e i loro spazi. Anche questo credo sia un importante messaggio, perché pulire e cucinare sono attività preziose in primo luogo per se stessi, che non devono essere delegate ad altri, come i genitori o  colf e “donne di servizio”. Tutti in casa devono collaborare. Certamente la casa sarà un po’ meno pulita, ma forse in una famiglia ci sono cose che contano o dovrebbero contare molto di più.

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Pubblicato da Marica Costigliolo

"I leave a white and turbid wake; pale waters, paler cheeks, where' er I sail. The envious billows sidelong swell to whelm my track; let them; but first, I pass." H. Melville

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