Qualche mese fa abbiamo fatto l’esperienza di una piccola scuola parentale che voleva essere ad indirizzo montessoriano. Durante le poche settimane di frequenza ci siamo resi conto di come le parole della studiosa marchigiana, fossero totalmente interpretate per favorire o meno interessi esclusivamente personali. Addirittura gesti di aperta esclusione verso alcuni bambini (gesti che potevano essere tranquillamente evitati se i genitori si fossero organizzati fuori dalla “scuola”, senza considerare la “scuoletta” un prolungamento di casa loro) venivano legittimati rifacendosi alla presunta assoluta libertà della pedagogia montessoriana. In realtà a ben leggere le parole della studiosa: “la libertà del bambino deve avere come limite l’interesse collettivo e come forma ciò che noi chiamiamo educazione delle maniere e degli atti. Dobbiamo quindi impedire al fanciullo tutto quanto può offendere e nuocere agli altri o quanto ha significato di atto indecoroso o sgarbato”. Qui la Montessori non si limita a definire l’offesa come atto fisico che può nuocere fisicamente, ma anche l’atto “sgarbato”: che cosa alcuni genitori intendano come “sgarbato” dipende certamente dal grado di consapevolezza, cultura, sensibilità che sanno trasmettere ai propri figli.
Libertà dei bambini
Pubblicato daMarica CostiglioloPubblicato in: Senza categoriaTag:Esclusione, Libertà, Montessori, Scuola parentale, socializzazione
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"I leave a white and turbid wake; pale waters, paler cheeks, where' er I sail. The envious billows sidelong swell to whelm my track; let them; but first, I pass." H. Melville Visualizza più articoli