Leggo sui quotidiani di una notizia tragica, terribile, che non vorrei leggere più e che invece si ripete ogni mese, ogni anno. Rifletto e pongo delle domande; da che cosa scaturiscono le fantasie dei bambini? Da incubi notturni, da esperienze vissute, dai cartoni animati, da che cosa? Che cosa può portare bambini di 11 o 12 anni al suicidio?
Schiere di psicologi affermano che è un problema di identità, un problema di integrazione dell’io con le sue parti più recondite, un problema di crescita, fragilità, rapporto con i genitori, ecc. ecc.
Il rapporto con una madre amorevole è indispensabile per crescere bene e in modo equilibrato, ma è fondamentale anche l’ambiente, il tempo speso ogni giorno, tutto il giorno, per anni.
La scuola è un laboratorio di violenza, come dimostra l’ ennesimo episodio di suicidio di una bambina di 12 anni, perché subiva atti di bullismo dai suoi compagni di classe.
Ad ogni evento così tragico tutti si affrettano a spiegare il disagio con ovvietà assurde.
Una madre amorevole è indispensabile per sopravvivere, ma poi, appunto, per crescere in modo equilibrato il bambino ha bisogno di un ambiente sereno. Ha bisogno di confrontarsi in modo sano e costruttivo, di apprendere secondo i suoi ritmi, le sue capacità.
Non possiamo continuare ad affidare al caso il destino dei nostri figli: sperare in un maestro più preparato, in una classe più tranquilla, o altro, non ci aiuterà a costruire una scuola migliore per i bambini.