Etichette

Il rapporto di parentela genera un ruolo che diventa una sorta di rendita vitalizia: ossia il fatto di essere “papà” o “mamma” sembra dare il diritto di essere amati a prescindere da ciò che una persona fa in concreto.

Un bambino “deve” voler bene alla mamma, allo zio, alla cugina, indipendentemente da ciò che questi sono o fanno.

Ciò porta al mito della “famiglia” che costruita su diritti acquisiti e sovente mai guadagnati, è in realtà un “piccolo inferno” per dirla a là Dostoevskij. E i bambini vengono lasciati  alla mercé di cattiverie di adulti mascherati dietro le etichette parentali, che garantiscono di un affetto che può anche non esserci per nulla, o peggio essere un sentimento negativo o distruttivo.

Come dice il detto: “Avere un bambino non fa di te un genitore, più di quanto avere un pianoforte non fa di te un pianista.”

 

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Pubblicato da Marica Costigliolo

"I leave a white and turbid wake; pale waters, paler cheeks, where' er I sail. The envious billows sidelong swell to whelm my track; let them; but first, I pass." H. Melville

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