Proliferano in questi giorni di inizio scuola le notizie di maltrattamenti da parte di maestre sui bambini.
Sulle pagine di cronaca arrivano i casi più estremi e ciò ci fa pensare che il problema si riduca a questi, mentre non si comprende che sono solamente la manifestazione di un contesto che produce violenza psicologica: punizioni, umiliazioni, classificazioni, potere incontrollato, incompetenza, frustrazioni.
Il docente che usa violenza fisica è una persona che non riesce a fermare l’esercizio del suo potere sui bambini entro limiti che sono solitamente accettati, ma non per questo meno pericolosi o dannosi. Si pensi alla diffusa tolleranza delle piccole prepotenze quotidiane di alcuni bimbi su altri, agli appellativi spesso usati dalle maestre come “pigro”, “distratto”, “lento” per classificare un bimbo davanti a tutta la classe.
Il problema non è risolvibile sino a che non ci si renderà conto che i casi di violenza fisica poggiano su un fondamento di violenza psicologica quotidiana su cui si regge tutto l’odierno sistema scolastico.