In questi giorni nel mondo degli homeschooler è in corso il dibattito sugli esami di fine anno, secondo la nuova normativa contenuta nella legge della “Buona scuola”.
Fare homeschooling è impegnativo per la famiglia e la scuola non fornisce alcun supporto, che siano libri o altro. La verifica annuale della scuola è un controllo peraltro molto discutibile, fermo restando che la quota di tasse che anche noi homeschooler paghiamo è destinata a un servizio di cui non usufruiamo.
Le famiglie sostituiscono completamente a proprie spese il servizio scolastico: in uno stato democratico questa scelta dovrebbe essere tutelata e valorizzata e non discriminata e non dovrebbe subire politiche che ne limitano spazi di libertà.
Potremmo anche considerare gli esami in modo positivo, come già facciamo (in Italia ci sono differenze anche legislative, come nel caso del Trentino, in cui secondo la legge provinciale, da anni, il dirigente scolastico è tenuto a controlli annuali), ossia come un momento di verifica: non si tratta quindi del timore dell’esame in sé, ma la scelta dell’istruzione familiare può essere divergente dal sistema scolastico. Di conseguenza l’introduzione di un esame annuale limita fortemente una libertà costituzionale.
Se gli homeschooler vogliono rientrare a scuola, è legittimo chiedere loro di sostenere l’esame, altrimenti ci si chiede che valore possa avere la novità normativa della legge sulla “Buona scuola” sull’educazione parentale, se non una funzione punitiva nei confronti di tutte le famiglie homeschooler che contribuiscono attivamente alla crescita sociale, assumendosi personalmente la responsabilità dell’educazione dei propri figli.
Se vuoi saperne di più e firmare la petizione:
http://www.controscuola.it/esami-non-obbligatori-ieri-oggi-domani/
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