Bullismo

Dopo il recente caso di bullismo ai danni di un insegnante i quotidiani tornano a parlare di questo problema. Le soluzioni, le punizioni, i provvedimenti. Purtroppo non credo che possa esserci una soluzione a un problema così vasto e diffuso nell’ambiente scolastico, perché il bullismo è fisiologico  e necessario nella scuola così come in tutti i sistemi chiusi. Dove l’essere umano è costretto a convivere forzatamente per molte ore al giorno (uffici, carceri, scuole, ecc.), senza una preparazione seria e adeguata alla vita di comunità, i meccanismi di violenza e di sopraffazioni fisiche o psicologiche sono quotidiani. Questi meccanismi diventano quindi momenti fisiologici di funzionamento del sistema e infatti sfuggono al controllo, o ai tentativi di controllo, anche perché nessuno ne è immune. Chi, dentro a quel dato sistema, può chiamarsene fuori per sanzionare chi mette in pratica un meccanismo necessario al funzionamento del sistema stesso? Nessuno. E nessuno infatti riesce a fermare, arginare, prevenire un fenomeno che sta aumentando di anno in anno.

Sarebbe quindi urgente e necessario un cambiamento radicale del sistema scuola. In questo sradicamento di valori comunitari si vorrebbe tornare allora alla Montessori, o a pedagogie ottocentesche nella speranza di trasformare la classe. Ma nella pedagogia montessoriana le riflessioni sull’interazione tra bambini nascevano all’interno di un contesto totalmente differente rispetto ad oggi e con tutt’altre motivazioni e problematiche. I testi da cui ripartire e i problemi da porre sono altri, come l’interculturalità, lo sviluppo creativo, le nuove famiglie, i momenti laboratoriali e la relazione con l’altro.

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Pubblicato da Marica Costigliolo

"I leave a white and turbid wake; pale waters, paler cheeks, where' er I sail. The envious billows sidelong swell to whelm my track; let them; but first, I pass." H. Melville

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