Su “naturale”

Che cosa significa “naturale”? Quando si parla di educazione, apprendimento, didattica l’uso dell’aggettivo “naturale” sembra liberatorio, rispetto all’andamento scolastico in cui la funzione coercitiva dell’insegnamento è praticata frequentemente.

“Naturale” suona distante dal mondo della scuola, ma purtroppo è altrettanto distante dall’apprendimento, dall’educazione, dallo sviluppo del bambino. Non c’è nulla di “naturale” nello sviluppo infantile, se non ciò che riguarda le funzioni fisiologiche e gli step neurologici.  L’uomo non è un essere “naturale” ma “culturale”: è la cultura che ci forma in tutte le nostre dimensioni, non la “natura”.  La cultura segna il nostro sviluppo in modo profondo e radicato: dall’alimentazione, alla crescita sessuale, all’apprendimento, tutto avviene nel condizionamento radicale del mondo circostante, un mondo modificato dall’azione umana, in cui la natura è un contorno (la passeggiata nel bosco o in riva al mare). L’educazione “naturale” è un’ illusione, perché l’adulto incide profondamente, anche se non interviene direttamente o frequentemente, sullo sviluppo infantile. Questo proprio perché gli umani impiegano tutta l’esistenza nel proprio processo di apprendimento e di adattamento alla realtà e trasmettono le proprie conoscenze e informazioni  per poter sopravvivere.

 

 

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Pubblicato da Marica Costigliolo

"I leave a white and turbid wake; pale waters, paler cheeks, where' er I sail. The envious billows sidelong swell to whelm my track; let them; but first, I pass." H. Melville

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