” Nella vecchia scuola, lo sviluppo della creatività letteraria era orientato soprattutto nel senso che il maestro dava un tema, e agli allievi restava il compito di svolgerlo in una forma che si accostasse quanto più possibile a quella letteraria degli adulti, ovverosia allo stile dei libri che si facevano leggere loro. Erano temi che restavano estranei alla loro comprensione, e che non toccavano la loro immaginazione, i loro sentimenti.
Ai ragazzi non si mostravano esempi di come si debba scrivere. Ben raramente accadeva che quel lavoro, che essi eseguivano, venisse collegato a uno scopo comprensibile, prossimo, accessibile a loro. C’erano pedagoghi che, cercando erroneamente di guidare la creazione letteraria, spesso uccidevano l’immediata bellezza, originalità e vivide del linguaggio infantile, ostacolavano l’apprendimento del linguaggio letterario come d’un mezzo particolare di espressione dei propri pensieri e sentimenti, e favorivano lo sviluppo di quel gergo scolastico che consisteva in un trapianto puramente meccanico, nei bambini, del discorso libresco degli adulti.”
Testo di Lev Vygotskij, scritto nel 1930.