Oggi visita a un museo che amiamo molto – sarà perché l’ha progettato un architetto genovese? 🙂 – in cui non si è mai semplici spettatori, ma ci sono tanti percorsi interattivi. A me piace particolarmente il primo piano, in cui un grande geoide sovrasta il centro della sala. A lato ci sono isole tematiche, tra cui una che mi ha colpito:
È un grafico relativo alla capacità di connettere e di comprendere la realtà. Al “primo” step ci sono i dati e le informazioni e la comprensione delle relazioni tra queste due variabili. Già ci sarebbe molto da dire e da studiare. Ma qui non si può ancora parlare di conoscenza autentica: bisogna pensare alla comprensione degli schemi. Ossia come queste relazioni si costituiscono nella loro frequenza e nella loro trasformazione. Ad esempio, la costruzione di un teorema costituisce una comprensione degli schemi di realtà. Ad un successivo step si arriva alla comprensione dei principi. L’origine e la struttura degli schemi e la loro interazione costituisce una deduzione delle idee e dei principi (intesi, secondo me, sia come “origine” sia come scala valoriale). Ad esempio, un sistema filosofico o una teoria scientifica.
Dove si ferma la scuola? Dove si ferma la preparazione di formatori e pedagogisti, psicologi e docenti? O meglio dove sta andando la ricerca di chi si occupa di pedagogia e di infanzia? Ai dati, alle informazioni, alla conoscenza o alla saggezza? Arriva al grado zero (i dati) o forse a volte neanche a quello?