Sono in crescita non solo le scuole parentali, ma anche le sperimentazioni all’interno delle scuole tradizionali: senza zaino, senza cattedra, senza compiti.
Appena entro in un’aula di scuola tradizionale, l’impressione è terribile: la cattedra in fondo alla classe, una lavagna (LIM o altro cambia poco), tutti i banchi minuscoli, in fila. Penso che in quest’aula gli studenti staranno stipati ad ascoltare “la lezione”, non per mezz’oretta, ma per ore, tutti i giorni. Che senso ha questo apprendimento? Non avranno alcuna relazione comunitaria tra loro, eccetto i 10 minuti “out of control” della ricreazione.
Quanti legami si instaurano a scuola? Quante amicizie ricordiamo dei tempi della scuola? Quanti gli amici rimasti amici? Eppure abbiamo trascorso là dentro tutta la nostra infanzia e la nostra adolescenza.
Gli esperimenti di scuole alternative dimostrano che c’è la necessità di cambiare, soprattutto perché l’insegnamento in cattedra non è gestibile, a meno che non si vogliano mettere in atto misure repressive e autoritarie a ogni istante.
Forse un giorno ci chiederemo perché abbiamo perduto tutto quel tempo, chiusi in un’aula, imparando poco e ricordando niente, forse un giorno l’aula con la cattedra e le ore interminabili di lezione saranno testimonianza di tempi bui e tristi.