Che senso ha la scuola?

Sono in crescita non solo le scuole parentali, ma anche le sperimentazioni all’interno delle scuole tradizionali: senza zaino, senza cattedra, senza compiti.

Appena entro in un’aula di scuola tradizionale, l’impressione è terribile: la cattedra in fondo alla classe, una lavagna (LIM o altro cambia poco), tutti i banchi minuscoli, in fila. Penso che in quest’aula gli studenti staranno stipati ad ascoltare “la lezione”, non per mezz’oretta, ma per ore, tutti i giorni. Che senso ha questo apprendimento? Non avranno alcuna relazione comunitaria tra loro, eccetto i 10 minuti “out of control” della ricreazione.

Quanti legami si instaurano a scuola? Quante amicizie ricordiamo dei tempi della scuola? Quanti gli amici rimasti amici? Eppure abbiamo trascorso là dentro tutta la nostra infanzia e la nostra adolescenza.

Gli esperimenti di scuole alternative dimostrano che c’è la necessità di cambiare, soprattutto perché l’insegnamento in cattedra non è gestibile, a meno che non si vogliano mettere in atto misure repressive e autoritarie a ogni istante.

Forse un giorno ci chiederemo perché abbiamo perduto tutto quel tempo, chiusi in un’aula, imparando poco e ricordando niente, forse un giorno l’aula con la cattedra e le ore interminabili di lezione saranno testimonianza di tempi bui e tristi.

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Pubblicato da Marica Costigliolo

"I leave a white and turbid wake; pale waters, paler cheeks, where' er I sail. The envious billows sidelong swell to whelm my track; let them; but first, I pass." H. Melville

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