
“Come riflesso di una società oppressiva, come dimensione della “cultura del silenzio”, l’educazione “depositaria” mantiene e stimola la contraddizione. Infatti si basa su una serie di postulati che richiamano un tipo di rapporti “verticali”:
- L’educatore educa, gli educatori sono educati
- L’educatore sa, gli educandi non sanno
- L’educatore pensa, gli educandi sono pensati
- L’educatore parla, gli educandi l’ascoltano docilmente
- L’educatore crea la disciplina, gli educandi sono disciplinati
- L’educatore sceglie e prescrive la sua scelta, gli educandi seguono la sua scelta
- L’educatore agisce, gli educandi hanno l’illusione di agire nell’azione dell’educatore
- L’educatore sceglie il contenuto programmatico, gli educandi, mai ascoltati in questa scelta, ci si adattano
- L’educatore identifica l’autorità del sapere con la sua autorità funzionale, che oppone in forma di antagonismo alla libertà degli educandi. Questi devono adattarsi alle sue determinazioni
- L’educatore infine, è il soggetto del processo, gli educandi puri oggetti.”
P. Freire