
“Nella classe c’è il maestro faccendiere, che travasa le nozioni nelle teste degli scolari. Per riuscire nella sua opera è necessaria la disciplina dell’immobilità, dell’attenzione forzata nella scolaresca; e al maestro conviene poter maneggiare con larghezza i premi e i castighi, onde costringere a tale attitudine, coloro che sono condannati ad essere i suoi ascoltatori. Invero oggi si è convenuto di abolire le bacchette e l’abitudine delle percosse: come pure si è resa meno vistosa la cerimonia delle premiazioni, altro puntello alla scuola decadente approvato e ribadito dalla scienza.
Questi premi e questi castighi, mi si permetta l’espressione, sono il banco dell’anima, cioè lo strumento di schiavitù dello spirito; soltanto che qui esso non è obbligato ad attenuarne le deformazioni, ma a provocarle. Il premio e il castigo sono una spinta verso lo sforzo, e allora non possiamo certo parlare di svolgimento naturale del fanciullo.”
Montessori