
“Quanto più sacrifichiamo la nostra integrità in favore della collaborazione, tanto più andremo incontro a sofferenza. Possiamo evitare di reprimerla, fino al punto che né gli altri e neppure noi stessi ce ne accorgiamo. Ma il fatto è che mandiamo dei segnali, verbali e non verbali, che denotano qualcosa di sbagliato. Se noi stessi e coloro che ci stanno li prendono in considerazione, ne comprendono il significato e cambiano il nostro tipo di reazione, il conflitto si risolve e la sofferenza si attiva o cessa. Se nessuna di queste cose accade, il segnale aumenta, o cambia, divenendo fisica invece che verbale. Infine si trasformerà in un sintomo concreto, il cui primo segno è la spossatezza, ma che può portare al suicidio o all’omicidio. Sostanzialmente non vi è nulla di strano in questa modalità di funzionamento psichico. Il nostro corpo si comporta esattamente allo stesso modo.… Ci sono tre modi per violare l’integrità dei bambini: l’uso di coercizione fisica eccessiva, l’abuso sessuale o la negligenza, nessuno dei quali è consentito dalla società; l’imposizione di pratiche cosiddette “buone“ o, “necessarie“ in maggioranza approvate dalla società; l’imposizione di opinioni ideologiche, come l’indottrinamento politico o religioso.…
Quando un bambino si comporta in modo distruttivo a sociale, in genere lo fa perché sta imitando, o collaborando, con uno o più adulti. Spesso il comportamento degli adulti viene giudicato, “accettabile“. Ma la violazione da parte dell’adulto precede sempre quella del bambino. Talvolta il comportamento dell’adulto è quello di “impartire una lezione”, ma di solito deriva da un impulso autodistruttivo. Quando il bambino rifiuta o smette di con lavorare, è perchè ha collaborato troppo o troppo a lungo nell’ambito di fenomeni distruttivi della famiglia, oppure perché la sua integrità è stata direttamente violata.”
Jesper Juul