Riporto qualche stralcio dal libro di Daniele Luzzo: “Un problema di intelligenza”, edito da Erickson live. Come afferma Luzzo, in Italia la plusdotazione non è riconosciuta come un disturbo dell’apprendimento, anche se i bambini plusdotati hanno molte difficoltà nell’ambiente scolastico, perché la loro intelligenza non è purtroppo valorizzata.

“La nota più evidente di questi bambini, oltre a delle capacità cognitive sicuramente rimarchevoli, riguarda la loro estrema sensibilità e acuità, associate a una capacità molto elevata di percepire l’ambiente circostante. Una curiosità vivace li indirizza a interrogarsi e a interrogare continuamente senza darsi pace fino a quando non trovano una risposta per loro soddisfacente. Si tratta di una tensione che li spinge a ricercare continuamente nuove risposte e nuove domande, in particolare nei loro ambiti preferiti. Possono diventare veri «esperti» di un settore e dedicano un’attenzione incredibile specialmente ai temi legati all’origine e alla fine della vita. Pongono numerose questioni, spesso questo è l’indicatore maggiormente rilevato dai parenti, senza aver paura di spaziare in ogni campo. A volte il loro torrente dirompente di domande, spesso imbarazzanti e in contesti inadeguati, diventa fonte d’ansia per i genitori; le questioni esistenziali sono ricorrenti e spiazzano gli adulti, impreparati a rispondere a dei figli percepiti come ancora troppo giovani per interrogarsi su argomenti così complessi. Sul piano relazionale, si vedono simili agli altri, ma percepiscono una diversità non meglio identificata e riscontrano delle difficoltà nel farsi accettare dai compagni. Per cercare di integrarsi nel gruppo adottano generalmente due strategie, spesso combinandole tra loro. Per un verso, abbassano il rendimento scolastico mimetizzando la loro intelligenza, per l’altro si comportano sovente come i buffoni del gruppo, scegliendo di essere derisi piuttosto che ignorati. Amano molto le favole, i romanzi, i fumetti, tutte le opere di finzione in generale e, in particolar modo, quelle basate sul romanzo familiare. In particolare, il fumetto fonde l’aspetto linguistico con l’aspetto creativo, diventando «l’espressione di un compromesso armonioso tra il disegno come espressione affettiva e la scrittura come investimento intellettuale» (Lubart, 2005). La letteratura si sofferma anche sul loro elevato senso di giustizia, che si estende a livello ampio, sull’intera società. Possono proporsi come «difensori» dei più deboli o soffrire per le ingiustizie che percepiscono nel mondo. I genitori devono porre particolare attenzione alla loro funzione di «filtro» per evitare che il bambino si angosci con problemi totalmente al di fuori della sua portata ma che sente di «dovere» risolvere”.
D. Luzzo, cit., pp. 52/54,
Ciao sono mamma di una bimba apc e sono pienamente d’accordo con cio’che hai riportato nel post. Purtroppo ancora poco si parla di plusdotati e pochissimi sono.coloro che riescono a comprendere la complessita’ della personalita’ di questi bimbi, specialmente docenti e dirigenti scolastici. Ma comunque cerchiamo di essere fiduciosi. Mi occupo di plusdotazione da un anno e mezzo e collaboro con l associazione Farfalle di verona. Inoltre ho portato in calabria, la mia terra, qiesto argomento organizzando il primo convegno sulla plusdotazione insieme anche a labtalento e l associazione farfalle. Ora sto fondando la prima associazione per bimbi e ragazzi plusdotati in calabria. Spero che presto le cose qui da noi si metterranno in carreggiata. Siamo fiduciosi.
Vienimi a trovare nel mio blog dpve parlo proprio di plusdotazione e quotidianita’ con bimbi apc.
Un caro saluto
Emy
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Grazie Emilia, grazie per il tuo commento. Credo che il tuo lavoro sia prezioso, c’è bisogno di conoscere ancora molto sulla plusdotazione. In bocca al lupo per l’associazione e per tutte le tue iniziative! Complimenti per il tuo blog!
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Grazie anche a te per aver dato importanza e visibilita’ a questo tema.
Un caro saluto
Emy
Grazie mille per gli auguri
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