Nell’istruzione familiare l’insegnamento e l’apprendimento sono intrecciati e difficilmente separabili come due elementi distinti. Tuttavia, per tutte le famiglie che sostengono l’esame di idoneità a fine anno (anche se ci possono essere varie formule a seconda degli accordi che i singoli riescono a raggiungere con i dirigenti scolastici, l’esame è comunque obbligatorio), l’insegnamento delle varie materie che poi andranno a costituire il portfolio, la tesina, o la prova d’esame, diviene un argomento essenziale. Fare unschooling, ossia non seguire alcun programma di insegnamento-apprendimento è di fatto molto rischioso allo stato attuale, perché la legge prevede l’esame a fine anno e non sostenerlo comporta conseguenze sulla carriera “scolastica” dei bambini: ciò significa che potete anche non sostenerlo ma i vostri figli dovranno comunque poi sostenere l’esame di terza media, e non avendo sostenuto alcun esame precedente la situazione si complicherebbe inevitabilmente. Inoltre ci possono essere sanzioni pecuniarie e in alcuni casi anche controlli da parte dell’autorità (vigili, assistenti sociali ecc.).
L’inserimento dell’obbligatorietà dell’esame di idoneità per homeschooler, crea quindi una notevole limitazione alla libertà dell’istruzione familiare. Bisogna quindi necessariamente interrogarsi sui metodi di insegnamento e di apprendimento da seguire. Questo comporta un notevole impegno da parte del genitore, che deve studiare e aggiornarsi continuamente per offrire ai propri figli possibilità di apprendimento valide e fondate.
Insomma, non ci si può improvvisare, e anche i tempi non sono più così elastici, data l’obbligatorietà della scadenza a giugno/luglio della verifica. Questi sono tutti problemi che il genitore homeschooler si pone, almeno in Italia (in altri paesi funziona in modo molto diverso), e che si deve continuare a porre sino alla fine de percorso di istruzione familiare. Durante la pandemia i genitori hanno potuto osservare non solo come apprendono i propri figli, ma anche come insegnano i docenti della scuola. Inevitabilmente sorgono critiche, domande, dubbi: quanto può essere valido il metodo di insegnamento scolastico, quanto può essere valida la formazione a distanza? Circa il 60% degli studenti ha dichiarato di preferire la formazione a distanza rispetto a quella in presenza: anche questo dato dovrebbe essere preso seriamente in considerazione. Dove iniziano i bisogni dei genitori e dove quelli degli studenti? Dove finisce l’argomento della socializzazione scolastica?
Insegnare e apprendere a casa senza lezioni a distanza è tutt’altra cosa: infatti il genitore deve programmare tempi, spazi, luoghi, in autonomia. Può farlo con i propri figli, chiedendo direttamente loro quale argomento studiare o che attività svolgere. L’approccio è totalmente diverso, ed è decisamente un lavoro molto più impegnativo, da prendere seriamente, senza affidarsi a teorie più o meno scientifiche sull’ “istinto materno”, sulla capacità naturale di apprendere. Indubbiamente i bambini potrebbero apprendere solo sulla base dell’esempio, dell’imitazione e della condivisione: ma per fare ciò i tempi dovrebbero essere esclusivamente individuali. Con l’obbligatorietà dell’esame a fine anno, i tempi sono “oggettivi”, standardizzati: va da sé che il genitore impegnato in istruzione familiare deve quindi organizzare le attività con i propri figli tenendo conto della verifica finale. Cosa ben diversa dalla libera e naturale capacità di apprendimento.